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A nord del solco della Valtellina si erge il Gruppo Masino-Bregaglia, uno degli ambienti più belli, e per questo più rinomati, dell'intero arco alpino. Delimitato da quattro valli, Valmasino, Valmalenco, Val Bregaglia e Val Codera, dal punto di vista geologico il complesso montuoso è una gigantesca isola di granito che si innalza per centinaia di metri da magri pascoli sospesi su valli profonde sul versante meridionale ed emerge da tormentati corpi glaciali su quello settentrionale. Esso si allunga in una catena ininterrotta di cime che all'occhio fantasticante dell'escursionista appare come un castello: torri dalle forme più svariate collegate da bastioni merlati e sostenute da contrafforti frastagliati, cuspidi e pinnacoli emergenti dalla cresta affilata, lame taglienti addossate a enormi muraglie "sulle quali - annotava lo scalatore austriaco Hermann Buhl ammirando la parete nord-est del Pizzo Badile - l'occhio non trova né riposo né quiete" . Questa ineguagliabile sequenza di vette grigie ed aspre si smorza verso oriente fino a raccordarsi con le rocce del Gruppo del Monte Disgrazia la cui tonalità bruno-rossastra, dovuta all'ossidazione delle verdi serpentine di cui è costituito il massiccio, introduce in un mondo nuovo e diverso, dall'aspetto lunare.
Nulla di strano che queste strutture scolpite da madre natura siano state coinvolte nell'esplorazione alpinistica. Cime, pareti, pilastri, creste e canaloni di questi monti hanno richiamato fin dalla metà dell'ottocento, grazie al loro aspetto ostile, l'attenzione competitiva dei più noti rappresentanti dell'alpinismo internazionale, da E. S. Kennedy che vinse il Disgrazia nel 1862 a Riccardo Cassin che nel 1937 violò la temuta parete nord-est del Pizzo Badile, per arrivare ai  fortissimi cecoslovacchi che negli anni '80 aprirono una dopo l'altra vie fino ad allora ritenute impossibili. Non a caso Walter Bonatti, scalatore lombardo legato ad innumerevoli imprese nelle Alpi e fuori Europa, una volta ebbe modo di osservare: "Nelle grandi occasioni si puntava verso la Valmasino: era l'università, lì ci si laureava alpinisti".
Alpinismo, ma non solo! Le mulattiere di servizio alle valli che fanno da cornice al Gruppo e i sentieri che salgono in quota per raggiungere i rifugi e i bivacchi di supporto all'attività turistico-alpinistica, ora che gli alpeggi sono pressoché in abbandono, sono percorsi annualmente da migliaia di persone che cercano nell'approccio con questi ambienti di uscire dagli schemi della vita quotidiana per provare sensazioni nuove e diverse.
In questo contesto si inserisce la proposta della nostra piccola guida. L'intento è quello di riunire, secondo un progetto editoriale ragionato, tutte le informazioni relative all'Alta Via più bella delle Alpi centrali, quella che, raccordando il Sentiero Roma dalla Val Codera alla Valmasino e il suo tracciato gemello in Val Bregaglia con parte dell'Alta Via della Valmalenco, forma un anello attorno al Gruppo granitico Masino-Bregaglia. L'Anello di granito, appunto, su cui è incastonata la pietra rosso-verde del Monte Disgrazia.


 

 
© Guida a cura di Riccardo Marchini - Fotografie Riccardo Marchini e Lodovico Mottarella - Cartografia MOTTARELLA Studio Grafico