Martedì 12 novembre 2013
Cultura alpina Martedì del CAI – Film “Il tempo si è fermato” di E.Olmi

Martedì 12 novembre è prevista la 8° data di questa nostra manifestazione. Verrà proiettato il film di Ermanno Olmi “Il tempo si è fermato”. Brevemente la trama: uno dei guardiani di una grande diga, vicino all’Adamello, è costretto a scendere a valle in seguito alla nascita del figlio. Il suo posto viene preso da un giovane studente. I rapporti di quest’ultimo e il rude montanaro, del quale è diventato collega, dapprima sono freddi ed imbarazzati, poi tra i due nasce un’amicizia sincera, nella serenità delle candide distese nevose, delle montagne maestose, del silenzio.
Nel suo genere un capolavoro. L’essenzialità, esaltata dal bianco e nero, non lascia dubbi sul lasciarsi trasportare all’interno di una quotidianità marginale che, nell’ambientazione dell’alta montagna, sollecita al massimo il vissuto di trovarsi al confine del mondo e della vita, generando quasi l’ansia di questa particolare condizione. In questo confine si può sperimentare attraverso la visione del film l’esperienza di passare dalla “beatitudine” di una splendida giornata all’ “inferno” di una tormenta di neve: condizioni ambientali che in alta montagna, e in condizioni di essenzialità di vita, sono esaltate ed estremizzate, al punto che la giovane coscienza si sente trasportata verso la malattia e la morte, mentre l’esperienza della coscienza consolidata porta verso la protezione e la saggezza della bugia necessaria (la grappa nel latte), non senza un attimo di sconforto superata dalla voglia di superare il disagio. Il tutto passato attraverso la narrazione di gesti quotidiani, di sguardi confidenti, di pensieri sempilici che si rivelano in una fotografia essenziale, quasi archeipale.
Nato come documentario per l’Edisonvolta di Milano, “crebbe sotto le mani” del 28enne Olmi e divenne il suo 1° lungometraggio. Scambiato per un epigono del neorealismo, anticipò _ per talento, originalità e rottura _ il nuovo cinema italiano degli anni ’60. Racconto di comportamenti più e prima che di psicologie (2 personaggi + 1), non concede nulla allo spettatore né al romanzo, concentrato _ con casto rigore e coerenza _ su gesti, oggetti, piccoli particolari quotidiani e soprattutto sul difficile rapporto tra uomo e alta montagna. Passa con leggerezza dall’umorismo e dall’ironia bonaria della 1ª parte alla drammaticità della notturna e ventosa tempesta. Il modo con cui, a basso costo e senza effetti speciali, le racconta è il segno di un nascente narratore di razza. Interpreti non professionisti, suono in diretta (G. Pegoraro), girato in Totalscope (C. Bellero e L. Caimi). Mezza dozzina di premi, scarso successo di pubblico.