martedì 2 marzo ore 21,00
MARTEDI’ DEL CAI

Verticalmente dèmodè – Last Base
Introduce Jacopo Cairati
Il prossimo appuntamento de “I martedì del CAI”, previsto per il 2 maggio, sarà dedicato alla proiezione di due cortometraggi Verticalmente dèmodè e Last Base. La serata avrà inizio alle ore 21.00 presso la sede del CAI e verrà aperta con una breve introduzione da Jacopo Cairati.
Verticalmente démodé (2012) di Davide Carrari è il vincitore della Genziana d’oro – miglior film di alpinismo e montagna. Un film dedicato ad uno dei più grandi arrampicatori italiani noto in tutto il mondo: Maurizio Zanolla soprannominato Manolo o più semplicemente: “il mago”. Il film, interamente girato in bianco e nero, documenta l’apertura e la ripetizione di una delle sue vie d’arrampicata più dure ed estreme: Eternit. Volutamente girato con uno stile diverso rispetto alla maggior parte dei film appartenenti a questo genere, il regista cerca di esprime la forma d’arte racchiusa in questa disciplina, la creatività e l’autorialità che la regolano. Il gesto dello scalatore diviene danza verticale, espressione artistica attraverso la quale prendono forma compiuta gli ideali dello scalatore e del regista. Degno di nota è il lavoro che viene fatto dal punto di vista sonoro: la musica composta da Enrico Montrosset, contraddistinta da percussioni e riverberi, si fonde ai rumori di corde, respiri, moschettoni e parole andando a creare una partitura estremamente originale e suggestiva, proprio come le immagini che la accompagnano. Il film diviene così sintesi e unione di arti differenti: arrampicata, cinema, danza e musica, capaci di testimoniare la personalità e lo stile di Manolo.
Last Base di Aslak Danbolt (2014) vince la Genziana d’argento – miglior cortometraggio.
Un film psicologico, drammatico, breve ma intenso fatto di silenzi e attese. Un film che racconta la storia di due amici paracadutisti che decidono di dare, in modo originale, un ultimo saluto ad un loro caro amico. Nel corso della pellicola matura un clima di tensione e attesa accentuato sia dall’ottima recitazione dei due base jumpers sia da alcune acute e pertinenti soluzioni registiche, come l’uso di primissimi piani, l’uso di jump cut e il silenzio. Sono tutti elementi che servono per disorientare e suscitare angoscia nello spettatore. L’assenza di una qualsiasi base sonora e il solo utilizzo di dialoghi e rumori diegetici accrescono il dramma della narrazione intera.
Anche il silenzio può produrre un effetto acustico. Ma non solo laddove si trovino suoni udibili. Per questo la rappresentazione del silenzio è uno dei più originali effetti drammatici del Film sonoro. Nessun’altra arte può rappresentare il silenzio: non la pittura, non la scultura, non la letteratura, non il film muto.
Jacopo Cairati