Valli del Bitto
Torrione di Mezzaluna
E’ una via strana, diversa, unica. Si sviluppa nelle viscere della montagna, in una fenditura gigantesca che spacca il monolite insinuandosi nella parete nordovest per uscire a nordest.
L’arrampicata è in opposizione, man mano che si procede la luce si attenua e in questo labirinto ti senti inghiottire dalla montagna.
L’attacco, posto alla base della fenditura, sulla cresta che separa la Val Tronella dalla Valle di Trona, si raggiunge percorrendo da Pescegallo il sentiero per il lago di Trona. Giunti alla baita del Dossetto si segue, fino alla dighetta di Tronellina, il sentiero che sale al rifugio Benigni.
Al muro della diga si sormonta a destra un dosso, seguendo il quale, su rocce montonate, si incontra una fascia rocciosa.
La si risale per larghe cenge e dossi fino ad immettersi, a sinistra, nel canalone di sfasciumi e grossi blocchi che in breve porta alle pareti della Mezzaluna.
Attaccata la via, sotto un grosso masso incastrato nella spaccatura, si percorrono due lunghezze all’interno della montagna (III e IV).
Si sosta su una piattaforma in corrispondenza di una finestra che guarda verso Val Tronella.
Si esce dalla finestra e, in assoluta esposizione, si sale a sinistra la placca successiva e si giunge in vetta (IV e V).
Verso sud due chiodi permettono, con una doppia di 25 metri, di scendere alla cresta che collega il Torrione al Pizzo di Mezzaluna.
Sfruttando un sistema di cenge, ed eventualmente una doppia su spuntone, si può scendere verso la valle di Trona e riportarsi all’attacco.
È però preferibile, e panoramicamente interessante, continuare la traversata fino al Pizzo di Mezzaluna. Si prosegue perciò lungo la cresta fino a scendere ad un profondo intaglio (III), si entra poi in un canale che permette di evitare sulla sinistra uno strapiombo.
Riguadagnata la cresta la si percorre per intero fino alla vetta del Pizzo (II). Percorrendo la cresta opposta (sud) con un passo di IV o una breve doppia si arriva alla discesa verso il Rifugio Benigni.
Il Torrione può essere salito, più facilmente, lungo la placca sud (sopra descritta come via di discesa). In questo caso, salendo da Pescegallo, si abbandona l’itinerario di avvicinamente al Torrione in corrispondenza di una rampa rocciosa verso sinistra. Risalitala si sbuca su un pendio di blocchi. Si risale il pendio tenendosi sotto le pareti di destra fino a percorrere (una trentina di metri sotto la cresta) le cenge erbose ascendenti che conducono ad un ampio ripiano poco sotto la vetta del Pizzo della Mezzaluna.
Scendendo il ripiano verso nord, si doppia uno spigolino e, per una stretta cengia, si arriva al profondo intaglio a sud del Torrione.
Si attaccano le rocce di destra e si sale alla cresta (III), la si percorre per alcuni metri fino ad arrivare alla base della placca sud del Torrione.
Si risale la placca fino a sbucare in vetta (25 m, III e IV).
Primi salitori: G.Guenzati, solo, il 20 giugno 1923