introduzione rifugi anello traversate istruzioni fondo
 
 
  A3 - DAL RIFUGIO ALLIEVI-BONACOSSA AL RIFUGIO PONTI

È la continuazione verso est del Sentiero Roma originario e ne costituisce il tratto più lungo. Si sviluppa in un ambiente naturale ed alpinistico di eccezionale bellezza e in Val di Predarossa segna il passaggio dalle grigie formazioni granitiche, aspre e drammatiche nella loro verticalità, ai tormentati profili delle serpentine rosso-verdastre del Monte Disgrazia.

Dal Rifugio Allievi-Bonacossa (2385 m) si imbocca il sentiero in direzione est. Dopo una prima modesta salita foto, si avanza su un terreno reso irregolare da sassi, detriti, torrentelli, chiazze di zolle e placche rocciose fino al terrazzo che costituisce il Passo Val Torrone foto (2518 m - 1.00 h).

Si scende ai pascoli di Val Torrone perdendo 170 metri di quota lungo una stretta gola di roccette e detriti, attrezzata nei punti più ripidi. Si rimonta, quindi, la china erbosa mantenendosi alla base della parete orientale dell'incombente Picco Luigi Amedeo e, poco oltre una piccola lapide, si sale decisamente a sinistra (segnalazione su un sasso) su pascolo, per raggiungere il Bivacco Pirotta-Manzi foto (2538 m - 2.00 h). Lungo il percorso, a una quota di 2250 metri, si trovano i pochi resti (bisogna cercarli a valle del tracciato) del vecchio Rifugio Ferrario, inaugurato il 22 luglio 1928 per iniziativa del C.A.A.I. ed intitolato all'ing. Paolo Ferrario, progettista del Rifugio Gianetti, alpinista accademico, morto eroicamente nel 1916 nel corso della 1a guerra mondiale e per questo insignito di medaglia d'oro al valor militare. L'edificio venne abbattuto da una valanga nell'aprile del 1935 e non fu più ricostruito.

Si risale il pendio, sempre più povero di vegetazione, per raggiungere i detriti morenici del piccolo circo glaciale compreso fra la Punta Ferrario e il Pizzo Torrone orientale. Si procede lungo il glacio-nevato ricoperto da abbondanti detriti, puntando alla marcata sella visibile alla base del grande spigolo del Torrone orientale. Rimontato il ripido canale lungo le rocce di sinistra, attrezzate con catene, si raggiunge il Passo Cameraccio foto (2950 m - 3.30 h), la cui quota di 2898 metri riportata da alcune guide è errata per difetto.

Si abbandona il valico con una progressiva discesa verso sinistra destreggiandosi fra i blocchi di granito e alcune viscide e non sempre agevoli placconate, quindi, verso i 2700 metri, inizia la faticosa traversata su ganda grossolana del vasto anfiteatro Cameraccio-Pioda foto. Poco oltre il centro della valle si raggiunge il Bivacco Kima (2700 m - 4.30 h) che sorge sull'antica morena alla base del Monte Pioda.

L'ampio arco dell'anfiteatro viene completato proseguendo verso sud e percorrendo il filo della morena laterale destra del ghiacciaietto che scende dal Monte Pioda, il cui bacino viene attraversato più a valle a 2580 m. Superata la successiva china di grossolani detriti, si raggiunge lo zoccolo della Costiera Remoluzza-Arcanzo, dove un modesto nevaio richiede in alcuni anni l'impiego dei ramponi. Si risale quindi il ripido e faticoso pendio attrezzato fino alla Bocchetta Roma foto (2898 m - 6.00 h).

La discesa sul versante di Predarossa foto è breve e semplice, anche se richiede un po' di ginnastica fra grossi sassi dagli spigoli vivi. Si scende con direzione SO per piegare poi a sinistra fra placche e liste d'erba, alla volta del visibile Rifugio Cesare Ponti (2559 m - 6.45 h).

scarica il file pdf della cartina

 

 
omio
Difficoltà
EE

Dislivelli
+ 1050 m / - 880 m

Tempo di percorrenza
6.45 h

Segnaletica
segnavia rosso-bianchi - vecchie croci amaranto - ometti

Equipaggiamento
alta montagna; ramponi e piccozza all'inizio di stagione

Il Bivacco Pirotta-Manzi appartiene al C.A.A.I.. È dedicato alla memoria di Gianni Pirotta, alpinista scomparso all'inizio degli anni novanta, e ad Antonio Manzi, tenente degli Alpini e partigiano, fucilato a Fossoli nel 1944. È una struttura rivestita in lamiera che può ospitare 9 persone. Sostituisce il vecchio bivacco, edificato nel 1947 sull'isolotto roccioso visibile sulla destra, che veniva sistematicamente reso inservibile dalla neve.
Il Bivacco Kima, di proprietà dell'Associazione Kima di Valmasino, è una struttura in pietra inaugurata nel 2004 e dedicata alla memoria della guida alpina Pierangelo Marchetti (Kima), morto in una missione di soccorso nel 1994. Può ospitare fino a 6 persone, 8 in caso d'emergenza.
© Guida a cura di Riccardo Marchini - Fotografie Riccardo Marchini e Lodovico Mottarella - Cartografia MOTTARELLA Studio Grafico