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  A5 - DAL RIFUGIO BOSIO-GALLI AI RIFUGI GERLI E VENTINA

Il percorso segue per intero la seconda tappa dell'Alta Via della Valmalenco. È lungo nello sviluppo chilometrico e faticoso, perché il dislivello da superare è concentrato tutto nella seconda parte. Non presenta difficoltà particolari, ma richiede attenzione nella discesa dal Passo Ventina, ripida e malsicura a causa della mobilità del terreno. Le località attraversate sono estremamente varie dal punto di vista paesaggistico ed interessanti sotto l'aspetto etnografico (cave di pietra ollare, maggenghi).

Si lascia il Rifugio Bosio-Galli (2089 m) attraversando il ponticello sul Torreggio in direzione delle baite della vicina Alpe Airale (2091 m), da dove si scende di un centinaio di metri all'Alpe Serra (1927 m). Al successivo bivio si seguono i triangoli gialli sul sentiero che percorre, digradando lentamente, il versante sinistro della Val Torreggio foto fino a raggiungere l'ampia sella a monte della Rocca Castellaccio e, più in basso, l'antico bacino lacustre dell'Alpe Lago(1614 m - 1.10 h).

Si prosegue a sinistra e, superata una fontana, si avanza a mezza costa fra i pini mughi, superando su alcuni ponticelli di tronchi il torrente dell'Alpe Giumellino. Si continua lungo il comodo sentiero panoramico e si raggiunge una cava di pietra ollare da dove, in pochi minuti, si scende all'appartata e suggestiva radura dell'Alpe Pirlo nella Val Sassersa. Con una gradevole traversata nella pineta, si guadagna il versante sinistro orografico della valle dove, ad un bivio, l'Alta Via sale a sinistra per raggiungere prima l'Alpe Prato e, più avanti, l'Alpe Pradaccio (1725 m - 2.30 h).

Qui inizia la parte più impegnativa del percorso. Dopo un primo tratto pianeggiante, si affronta la lunga e faticosa ascesa della Val Sassersa. Risaliti i primi 200 metri lungo il sentiero che si snoda nel rado bosco, alquanto discosto dal centro della valle, si piega a sinistra per entrare nell'arido vallone sassoso, in questo tratto particolarmente ripido, e si affrontano i numerosi tornanti che fanno guadagnare rapidamente quota. Più in alto si prosegue su un pendio divenuto meno erto e si raggiunge il più basso dei tre Laghetti di Sassersa foto (2368 m - 4.15 h).

Percorsa la sponda orientale del lago, si risale verso NO l'ampia conca dominata dal Pizzo Rachele, alla cui destra è ben visibile l'intaglio del Passo Ventina. L'isolamento del luogo aumenta la sensazione di disagio prodotta da un paesaggio che, con i suoi colori giallo-rossi, in contrasto con l'azzurro del cielo e il blu degli specchi d'acqua, proietta l'escursionista in un mondo esotico e remoto. Si supera con fatica l'estesa fascia di ganda, si supera il soprastante pendio di sfasciume più minuto e si perviene al Passo Ventina (2675 m - 5.45 h) che introduce nel Gruppo del Disgrazia foto.

Si perde quota nella Val Ventina foto guidati dal tetto rosso del Rifugio Gerli, costantemente visibile a NNO, affrontando i ripidi tornanti prodotti dai frequenti passaggi sui detriti franosi e, piegando gradualmente a destra, si raggiunge più in basso la grande morena laterale destra del Ghiacciaio del Ventina foto. La si percorre per breve tratto, quindi si discende l'irregolare pendio morenico fino all'ampio alveo sassoso del torrente, superato il quale, si arriva al verdeggiante pianoro dell'Alpe Ventina dove si incontrano prima il Rifugio Ventina (1965 m) e, poco più avanti, il Rifugio Gerli (1960 m - 7.00 h).

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omio
Difficoltà
EE

Dislivelli
+ 1000 m / - 1200 m

Tempo di percorrenza
7.00 h

Segnaletica
triangoli gialli (n. 2)

Equipaggiamento
alta montagna

 
 
© Guida a cura di Riccardo Marchini - Fotografie Riccardo Marchini e Lodovico Mottarella - Cartografia MOTTARELLA Studio Grafico