ATTIVITA’ DEL GRUPPO 2008 (anno 2024)

L’esordio del Gruppo nel 2024 è un’interminabile salita al Sasso Bianco da Ciappanico in
Valmalenco, causa impraticabilità della strada che sale ai Piasci, si parte molto in basso, ma il
supplemento di fatica è ripagato dagli incredibili scenari immacolati dei ripiani superiori del lago di
Arcoglio, da dove buttiamo uno sguardo pieno di desiderio verso la vetta del Sasso Bianco.
Inverno è sinonimo di Val Tartano, che andiamo ad assaggiare salendo da Biorca all’Alpe Paglia, un
balcone panoramico che raggiungiamo zampettando con le ciaspole nella neve intonsa.
Si continua con la meta invernale più frequentata della Valgerola la cima della Rosetta: il panorama
dalla vetta e la bella giornata di sole sono i plus di questa gita.
Segue la splendida uscita del Cai Morbegno al Passo di Baldiscio risalendo la Val Febbraro. Dopo
una breve sosta a Borghetto, si continua sui dolci panettoni che portano al passo che si affaccia sulla
Mesolcina. Ammiriamo anche il bellissimo nuovo rifugio in legno quasi ultimato al lago Grande.
Però vogliamo sperimentare anche le nevi elvetiche e ci spostiamo fino a Madulain per salire lo
sconosciuto Muntischè, dapprima ci facciamo strada tra i larici di un magnifico bosco, poi usciamo
sul pendio aperto e salendo verso la cima vediamo gli splendidi Piz Belvair e Piz Ketsch.
La neve scarseggia e andiamo a cercarla negl’ampi spazi della Bocchetta di Corna Mara da Boirolo.
A febbraio tradizionalmente si tiene l’assemblea del Gruppo e quest’anno facciamo una bella
escursione invernale con ramponcini per salire al Bivacco Rovedatti, dove viene anche organizzato
un lauto pranzo, preparato dai nostri validi cuochi, con succulenti pietanze e dell’ottimo vino.
A San Valentino si va’ al Prato Valentino, per salire al Monte Brione: splendida giornata in cui
abbiamo l’onore di essere superati in tromba dalle ragazze azzurre dello scialpinismo.
La Val Caronella invernale è una valle orobica che offre un anfiteatro di vette e passi in uno
scenario innevato e selvaggio. Noi ci fermiamo alla Malga, ma ci godiamo lo spettacolo.
La neve caduta copiosa ci da qualche problema di sicurezza e pertanto decidiamo di sfruttare gli
itinerari scialpinistici protetti della pista Pier al Passo di Campolungo e del percorso Tumel in
Aprica. Belle traversate in boschi innevati ed incantati.
Riprendiamo con la classica salita all’Alpe Piazza di Rogolo molto divertente e tranquilla.
La neve la troviamo anche ai Piani di Artavaggio con una doppia salita: dapprima alla Cima di
Piazzo e quindi al Monte Sodadura, con un passaggio delicato in discesa.
Andiamo a salire la neve del Bregagno dai Monti di Gallio. Performance impegnativa a causa della
nebbia che imperversa a lungo, poi giro ad anello dalla cima alla chiesetta di Sant’Amate.
Trasferta in Alta Valle per ciaspolare nella Val di Rezzalo fino al suo termine: il Passo dell’Alpe.
Tutto bene, anche la bufera di neve che ci ha investito in discesa e ci ha notevolmente raffreddato.
Restiamo in Alta Valtellina per l’escursione alla Chiesetta di San Colombano dal Forte Venini di
Oga. Dapprima magnifico percorso nella neve in mezzo ai boschi di abeti e larici, poi in spazi aperti
e grandi panorami sul bormiese e le cime innevate dell’Alta Valle.
E’ iniziato Aprile e per un po’ abbandoniamo la neve per delle escursioni in prossimità del lago di
Lecco: la Cascata del Cenghen con salita al Belvedere dei Resinelli, l’anello del Monte Magnodeno
da Somasca ed il più tosto anello del Monte Coltignone tutto su sentieri attrezzati: i Pizzetti, lo
Spreafico, il Ger e di nuovo i Pizzetti in discesa.
Colpo di scena: torna la neve. La web-cam di Pescegallo mostra dieci centimetri di neve fresca ed
ecco che si parte per il Ponteranica con sci e ciaspole. Quindi si va’ alla Cima Branca sulla
cresta meridionale del monte Pasquale ed al Piz Lagalb dal Bernina.
Nuovo intermezzo a basse quote con il giro ad anello del Monte Cornizzolo. Dopo la visita
all’Abbazia di San Pietro al Monte, una cavalcata di cime: il Cornizzolo, il Rai ed il Corno Birone.
Quindi riprendiamo l’ assetto invernale al Diavolezza per raggiungere il Sass Queder e ammirare
uno degli spettacoli più emozionanti delle Alpi: i Pizzzi Palu’, Bernina, Morterasch e Cambrena.
La stagione della neve si conclude con un regalo di questo pazzo meggio: il Passo di Campagneda
con il tentativo di salire alla cima, abbandonato per la presenza di troppe cornici.
Torniamo sulla Cima di Zocca, ma da un altro versante: la dorsale Ovest. Arrivati in cima ci attende
un drone che ci fotografa, prima di buttarci sulla ripida discesa sulla neve dell’Alpe Dassola.
Affrontiamo la via attrezzata dello Zucco di Sileggio con discesa dal Sentiero del fiume Era che
questa volta ci accoglie con molta acqua, rendendo difficili i numerosi guadi ed i tratti attrezzati.
Lo Zancone è uno stupendo laghetto alpino che però è minacciato da una insensata ciclovia.
Andiamo ad ammirarlo, ancora contornato dalla neve e con le acque parzialmente ghiacciate.
L’anello del Rifugio Benigni è un’escursione sospesa tra estate ed inverno, infatti il canalino della
Val Tronella in salita e quello del Benigni in discesa sono ancora abbondantemente innevati.
Le gite al Passo di Pedena e al Rifugio Ponti hanno le medesime condizioni: dapprima un
avvicinamento su sentiero e quindi percorsi su neve con utilizzo dei ramponcini.
E’ iniziata l’estate, ma per poter salire sulle vette bisogna spostarsi nel lecchese allo Zucco
Barbisino, con un bel giro ad anello con qualche passaggio attrezzato e una cengia molto aerea.
Tra i numerosi alpeggi della Valgerola non abbiamo mai visitato l’alpe e la cima del Dosso Cavallo.
In una calda domenica di luglio con una divertente escursione li raggiungiamo.
Per sfuggire alla calura si va’ in Engadina al Lej de la Tscheppa, con un’escursione panoramica ad
anello, che tra boschi e laghetti, scende verso Silvaplana e con la Via Engiadina riporta alle auto.
Nell’alternanza tra uscite fuori zona e le nostre valli, questa volta tocca al Valegino, il monte che
domina la Val Lunga, con una bella ed emozionante cresta e panorama sui laghi di Porcile.
Per salire il Torrione d’Albiolo bisogna fare una lunga trasferta fino al Passo del Tonale, quindi
raggiungere il Sentiero degli Austriaci che porta in vetta al torrione, aspramente conteso durante la
prima guerra mondiale dagli Alpini italiani e dai Kaiserjager austriaci. Noi invece dobbiamo solo
affrontare un percorso attrezzato bello tosto che, con un giro ad anello, dalla vetta ci fa arrivare al
passo dei Contrabbandieri e quindi con il sentiero della Pace si torna all’Ospizio San Bartolomeo.
Luglio si conclude con il rilassante percorso ad anello della Senda Ils Lejns un giro tra laghetti
engadinesi dai nomi fiabeschi: Cristal, Magnetit, Malachit, Rhodonit , S-chaglia e Epidont.
E’ il turno di un’altra escursione da San Moritz Bad al Piz da l’Ova Cotschna con bellissimo laghetto
dal color turchese e grande panorama sui laghi e sui monti dell’Engadina.
In una giornata di tempo ondivago partiamo dal Passo San Marco per una cavalcata di cime dal
Cimetto al Verrobbio e quindi alla vetta senza nome prima del pizzo di Valcarnera. Poi incalzati dal
maltempo, una veloce ritirata, usando la ciclovia per raggiungere la Via Priula ed il San Marco.
Altra lunghissima trasferta per raggiungere il Pass dal Fuorn e da lì salire la montagna ritenuta la
più bella ed elegante delle Retiche Centrali: il Piz Daint. Divertente vetta con panorama spaziale.
Ormai siamo in grande condizione fisica e sfidiamo il Pizzo Tresero con i suoi 3600 metri, la cima
più alta raggiunta quest’anno. Percorso molto faticoso per il ritiro del ghiacciaio, ma ripagato dalle
viste spettacolari dei monti e dei ghiacciai dell’Alta Valle e dall’emozione provata in vetta.
La domenica successiva ritorniamo in Valfurva per la bella salita al Monte Confinale. Il tempo
rimane splendido fino al Bivacco Del Piero, poi appena saliti in vetta, ecco che in lontananza verso
est si profila la minaccia di un temporale che fortunatamente si infila in Val Cedec e ci lascia
scendere senza danni al Lago della Manzina e all’Alpe Pradaccio .
A Settembre il maltempo ci perseguita per vari giorni, quindi facciamo poche uscite e vicino a casa,
ma comunque interessanti: la salita al Pizzo di Giacomo, con la ricerca degli ometti per seguire la
via tra i banchi di nebbia, l’anello del Dosso Chierico con salita dal Sentiero dei Misteri e discesa
dalla Via Priula ed il trekking con sconfinamento in bergamasca per salire il Monte Avaro, il Monte
Triomen, il Ponteranica Centrale e con rientro dal lago di Pescegallo.
L’escursione al Pizzo Pidocchio dalla Valcervia si può definire di d’altri tempi, infatti dalla partenza
fino alla cima abbiamo dovuto seguire a fatica delle esili tracce su sentierini inerbati e senza alcun
segnale sulla via da percorrere. Per consolarci delle foschie che hanno rovinato il panorama dalla
vetta che domina Sondrio, abbiamo salito anche il vicino Monte Vespolo.
Il mese di settembre si conclude con un’escursione in Val Bodengo al bivacco del Notaro, con
annessa polentata. Dapprima una lunga camminata in una valle che trasmette una nota di
malinconia autunnale, poi salendo all’Avert del Notar, si apre una grandioso anfiteatro roccioso che
ti riempe di meraviglia e ti fa’ immaginare il Lario non distante verso sud e la Mesolcina ad ovest.
Ottobre si apre con una serie di escursioni sempre tese a sfuggire o anticipare il tempo piovoso: la
traversata dal Pizzo Berro all’Alpe Vesenda Alta con rientro da una orrida ciclovia piena di fango,
l’ anello delle Piramidi di Postalesio, il Sasso Camoscè sui monti dell’Alto Lario, il sentiero
panoramico della Val Bregaglia partendo e tornando a Soglio, la breve, ma adrenalinica ferrata di
Morcate e la successiva salita al Monte Defendente.
Infine un’escursione al Bivacco Valcapra passando dall’Alpe Lendine ed inerpicandoci su una
ripidissima dorsale per raggiungere il grazioso e tecnologico bivacco in una posizione dominante.
Novembre si apre con un bel trekking nella Costiera dei Cech da Poira al Pesc, quindi traversata
fino ai Pra Succ e salita ai Tre Cornini, in una splendida giornata dai colori autunnali.
Arriva il momento di andare un po’ a sud, in Val d’Intelvi, per salire sul Monte Generoso da
Erbonne e già che siamo lì, facciamo anche la ferrata Angelino, bella tosta e divertente.
Dopo un paio d’anni viene riaperto il Sentiero delle Vasche a Valmadrera, uno stupendo itinerario
che risale il torrente Inferno, abbinando tratti attrezzati e semplici passaggi di arrampicata. Non
potevamo esimerci dal provare questo emozionante percorso ed ammirare lo spettacolo delle
cascatelle e delle pozze verdissime, quasi caraibiche. Poi saliti a San Tomaso raggiungiamo con una
lunga traversata il Sasso di Preguda e la sua chiesetta bianca incastrata nel masso.
Ormai siamo in pianta stabile nel lecchese e si torna per un tour in Grignetta salendo in vetta dalla
Cresta Sinigaglia, scendendo dal sentiero Cecilia e dalla Direttissima. Traversata molto appagante.
Nel nostro Gruppo prevale anche una lato romantico, che ci porta ad ammirare un favoloso
tramonto rosso fuoco dal Cimone di Margno, uno scenario che solo la montagna può regalarti.
Finalmente arriva una spolverata di neve e andiamo all’Oratorio dei Sette Fratelli salendo dal
Rifugio Brusada e dal Piazzo della Nave, un anello inconsueto con bellissimi sentieri nel bosco.
A seguire ecco la cavalcata integrale dei Pizzi di Parlasco, dal Passo del Cainallo al passo di
Agueglio. Detta così sembra un’impresa alpinistica, invece nulla di difficile, una bella traversata
con panorami stupendi sulle Grigne, il lago, il Legnone ed i monti della Valgerola.
Il freddo si fa sentire e noi abbassiamo le quote con la salita al Sasso Gordona e percorrendo
l’ultima parte del sentiero delle Espressioni in Val d’Intelvi. Quindi andiamo ad esplorare il Monte
Peschiera, salendo da Dascio e Albonico, con stupendi panorami e la scoperta dello Stagno di
Peschiera, un laghetto circondato da erbe dorate e da canneti in un ambiente naturale bellissimo.
La voglia di ottimi pizzoccheri ci porta ad ammirare un altro splendido tramonto al dosso Laù del
Prato Valentino, con un percorso innevato e la luna che poi fa’ capolino dal monte.
Rimane la voglia di salire una cima famosa e si va’ alla punta Cermenati al Resegone. Si parte dalla
Forcella di Olino sulla strada per Morterone e dopo una lunga traversata nella faggeta, percorrendo
il sentiero DOL pieno di foglie, raggiungiamo la grande croce di vetta e lì ci aspetta la meraviglia
di un affaccio su un mare di nuvole bianche che hanno invaso tutta la pianura ed il lago.
Riassunto numerico dell’attività svolta nel 2024: le escursioni sono state 65 comprese le uscite Cai
Morbegno, mentre l’analisi delle tipologie delle uscite ha dato questo responso: n. 24 su neve o
terreni parzialmente innevati, n. 23 Trekking n. 12 salite in vetta e n. 6 sentieri attrezzati/ferrate.
La distribuzione geografica delle escursioni ha visto primeggiare la zona Valsassina/Lecchese a
quota 12 – poi le Valli del Bitto con 9 – la Svizzera con 8 – le Retiche con 7 – l’Alto Lario e il
Comasco con 6 – l’Alta Valle con 5 – le Valli Orobiche e la Val-Tartano con 4 – la Valchiavenna e la
Valmalenco con 3 – la Provincia di Bergamo con 2 e quindi con 1 la Valmasino ed il Tonale.

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