ATTIVITA’ DEL GRUPPO 2008 (anno 2022)

 

L’anno nuovo si apre con le rinnovate preoccupazioni per il Covid ed una cronica mancanza
di neve. Quella caduta a novembre 2021, che aveva fatto ben sperare, si è dissolta con le alte
temperature ed il vento caldo delle vacanze di Natale e la poca rimasta si è ghiacciata.
Infatti la prima uscita dell’anno alla bocchetta di Majona si scontra con una gelida domenica ed una
difficile progressione su neve a tratti gelata e nel bosco inconsistente. Quindi per tutto il resto di
Gennaio cerchiamo itinerari alternativi: il Tempietto di San Fedelino, il Monte Garzirola, il rifugio
Trona Soliva ed il Passo di San Jorio, la Montagnola. L’attesa di una bella nevicata si protrae anche
a Febbraio e allora ecco l’idea liberatoria: si va in Engadina, dove un po’ di neve e’ presente. Ancora
non lo sappiamo, ma sarà il leit-motiv dell’inverno 2022.
Si comincia con una tranquilla ciaspolata dal Maloja al Canin passando per il lago Cavloc e si
prosegue con un’uscita bella tosta alla Motta di Septimer, partendo da Bivio e percorrendo
l’interminabile vallone del Septimer. Sempre da Bivio partecipiamo alla gita scialpinistica del Cai
Morbegno al Piz Roccabella. Quindi facciamo un tentativo in Val Tartano alla cima di Lemma dal
Passo di Tartano, ma la salita, causa mancanza di neve, la facciamo con il portage delle ciaspole.
Anche se poi in discesa, dal passo della Scala, ci divertiamo alla grande. Testiamo anche la
Valgerola, con la classica salita al Ponteranica Centrale, ma la neve e’ molto dura e gelata.
Allora si torna in Engadina al Piz Belvair, dapprima affrontando il gelo alla partenza dalla stazione
di Madulain, poi appena più su troviamo il sole ed una splendida neve che ci consente di salire ai
ragguardevoli 2822 metri della cima. Visto che stiamo salendo delle cime che di solito si fanno ad
aprile/maggio, ci può stare anche il Pizzo Mellasc, come sempre magnifico. Siamo a marzo e
decidiamo di fare una puntatina nel lecchese al Corno Regismondo, in una gelida giornata in cui ci
si scalda tirando le catene dei sentieri attrezzati dei Pizzetti e del sentiero Silvia. E’ il turno di una
gita esplorativa in Val Budria fino alla baita di Saroden: grande e faticosa ravanata in una neve
mutevole e dovendo battere la traccia. Si ritorna nel lecchese per un giro ad anello al Monte
Moregallo: salita dal sentiero Paolo ed Eliana e discesa dalla cresta ovest su sentiero attrezzato.
Nell’alternanza tra neve e sentieri attrezzati tocca all’Engadina; con salita al Piz d’Emmat Dadaint,
un quasi tremila nella zona dello Julier, in una giornata dall’atmosfera onirica con luce soffusa e
neve giallognola a causa della tempesta Celia che dal nel Sahara manda i suoi effetti sulle Alpi.
Abbandoniamo la neve per un impegnativo allenamento sulle ferrate di casa: nella stessa domenica
facciamo quella di Mese e a seguire quella di Dalò.
Poi ci rendiamo conto che la breve stagione delle ciaspole e degli sci sta volgendo al termine e ci
diamo sotto: Piz Lagrev, Corn Chamuotsc e Pizzo Pedena, tutte splendide cime innevate.
Troviamo l’occasione per una estemporanea gita al Pizzo d’Erna: per qualcuno una tranquilla
passeggiata, per altri l’adrenalina della ferrata Gamma 1.
Quindi concludiamo in bellezza la stagione della neve con una splendida salita alla Fuorcla d’Agnel
in giornata molto soleggiata e calda.
L’attivita’ primaverile inizialmente si svolge nel lecchese: giro ad anello al Monte Ocone con salita
alla Corna Camozzera e poi sentiero attrezzato al Monte Due Mani da Ballabio.
Quindi torniamo i monti di casa, risalendo la valle del Ferro con le sue cascate, raggiungendo il
Bivacco Resnati, i Laghi di Santo Stefano e il Monte Ponteranica Orientale dalla Casa San Marco.
Un cenno a parte merita il grande anello del Bivacco Rovedatti, con partenza dalla Bianca sopra
Talamona e rientro dall’alpe Dondone; si e’ trattato di una laboriosa escursione esplorativa su
sentieri storici di recente ripristinati, con pendenze impossibili e vegetazione rigogliosa.
Ormai l’estate incombe e visto che non ci sono più in giro tracce di neve, cominciamo a salire una
serie di cime belle impegnative: il Pizzo Trona, la Cima Fontana, il monte Spundascia con
traversata al passo di Campagneda, il Munt Pers per la Senda del Diavel, la traversata per cresta dal
Passo San Marco toccando il monte Fioraro, la cima di Budria, il monte Tartano ed il monte
Rotondo e rientrando dal sentiero 101 bergamasco.
A mio parere però la vetta del 2022 più prestigiosa e’ stata la salita alla mitica Cima Piazzi dal Passo
di Verva, che ha richiesto un grande impegno, molta fatica e grande autocontrollo.

Per riprenderci dalla faticaccia della cima Piazzi, abbiamo sperimentato la stranezza di
un’escursione quasi tutta in discesa, da Bormio 3000 raggiunto in cabinovia, siamo scesi ai Bei
Laghetti e al passo di Profa, per poi fare una lunga traversata fino a Bormio 2000.
Successivamente il gruppo e’ stato falcidiato dal Covid estivo e per due settimane siamo stati
costretti al riposo forzato.
Abbiamo ripreso in agosto con cautela, dapprima con lunghi trekking: l’anello della Cima di
Lemma, l’anello del Sentiero Cadorna in Valgerola, la salita in val Lemma all’alpe Laur, bocchetta
di Sona e Monte Tartano e infine trasferta elvetica alla Chamanna D’Es Cha.
Poi torniamo a scatenarci con un’altra inedita salita al Piz Ot da Celerina, con una divertente
progressione sulla sua cresta attrezzata fino alla panoramica vetta. Quindi di nuovo un lungo
trekking al Rifugio Casati e alla vicina Cima di Solda, in una giornata bellissima in cui lo sguardo
correva in continuazione alla cerchia dei grandi monti dell’alta Valfurva ed in particolare al vicino
Gran Zebru’ commentando con stupore e amarezza l’evidente regressione del suo ghiacciaio.
Una bellissima uscita è stata quella del Gran Giro del lago dell’Albigna, un itinerario attrezzato
nuovissimo realizzato nel 2022, che consente di girare intorno al lago dal colore stupendo, in uno
scenario d’alta montagna che per molti è stato un’autentica scoperta.
A seguire un’altra impegnativa cima: il monte Massuccio da Schiazzera, veramente faticoso
saltellare su tutti quei sassi nell’avvicinamento e affrontare la crestina finale molto esposta.
I primi colori dell’autunno li abbiamo ammirati salendo all’anticima del Monte Lavazza in val
Caronella e al Monte Cavallo dal rifugio Madonna delle Nevi, dove non abbiamo potuto gustare
l’ampio panorama dalla cima a causa della nebbia, ma ci siamo rifatti con una discesa attrezzata in
un ambiente irreale e osservando da vicino le maestose canne d’organo del passo di San Simone.
E siamo a raccontare quella che per me rimane la grande impresa della stagione: la Traversata Alta e
Bassa delle Grigne, un percorso difficile e vario, con parecchi tratti attrezzati e terreni insidiosi, ma
soprattutto molto lungo e complicato dalle nebbie che di tanto in tanto avvolgevano i magnifici
torrioni e rendevano ostico il cammino. In estrema sintesi abbiamo salito la cima della Grignetta,
quindi siamo scesi alla selletta del Buco di Grigna, abbiamo risalito le paretine degli scudi Tremare
e la cresta della Grigna Settentrionale fino al Rifugio Brioschi, chiuso per lavori di ristrutturazione.
Per il rientro abbiamo utilizzato la via normale che scende al Rifugio Pialeral e da lì l’interminabile
Traversata Bassa che ci ha permesso di ritornare al Pian dei Resinelli.
In ottobre continuano le belle giornate e noi le occupiamo con fantastiche escursioni ad anello: al
Corno Birone, al Rifugio Griera, in Val Lesina, al Sentiero Morbegno Citta’ Alpina, alla Grigna
Settentrionale dalla via del Nevaio, al Rifugio Ponti, alla Val di Mello e alla Val Torrone.
Poi lo scenario stagionale cambia, in alto arriva la prima neve e noi andiamo a pestarla salendo al
Pizzo Mercantelli e al lago di Scermendone. Ne troviamo veramente tanta e nella traversata verso
la Croce dell’Olmo, un po’ ci rallenta, anche se veniamo ricompensati dalla visione di uno splendido
tramonto, prima di accendere i frontalini per raggiungere le auto.
Salita del Monte Bassetta, seguito da una gran festa con polenta e vini raffinati. Quindi vari giri ad
anello: del Monte Brusada con spericolata discesa, del Monte Berlinghera salito dall’alpe Darscen
in una giornata dai colori stupendi, del Legnocino con visita a Sommafiume, dei fiabeschi Pizzi di
Parlasco con tentativo di abigeato della capra Lalla. In una giornata nebbiosa abbiamo affrontato la
ferrata del Corno Rat e la salita della cresta attrezzata del Corno Orientale di Canzo.
Siamo a Dicembre e arriva una nevicata importante, possiamo quindi fare un’uscita su neve con sci
e ciaspole, salendo al Passo di Salmurano e scendendo dalla pista della Scala. Nevica ancora un po’
e ci proviamo con la Rosetta, con la simpatica Gita di Natale del Cai Morbegno al Monte Olano,
con la Fuorcla da Caral e finiamo in bellezza il 31 dicembre con il Pizzo Rotondo di Tartano.
In conclusione un po’ di numeri del 2022: ci siamo cimentati in ben 66 uscite ed alcuni del gruppo
2008 hanno anche partecipato a 4 gite del Cai Morbegno, tra cui quella tosta al Monte Adamello.
Più difficile invece fare un bilancio che comprenda le soddisfazioni, le emozioni, l’incanto dei
paesaggi, le gelate mattutine, le ravanate fuori sentiero, le traversate pericolose, l’adrenalina dei
sentieri attrezzati, la paura nelle discese ardite, lo smarrimento nelle nebbie, il vento che ti ghiaccia
il sudore, la gioia inarrestabile della vetta ed il relax della birra che conclude l’escursione.

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