RESEGONE

Domenica mattina, 22 maggio, contrariamente alle nostre abitudini, anzichè dirigerci a Nord o salire di quota, abbiamo puntato le auto verso Ovest e siamo “scesi” a Lecco. Meta la stazione della funivia di Versasio, punto di partenza della decaduta stazione sciistica dei Piani d’Erna. Per ridurre il dislivello, che diversamente sarebbe stato un po’ impegnativo per un’escursione sezionale, saliamo il primo tatto con la funivia. Da qui un comodo sentiero ci raccorda con quello principale che sale diretto al Resegone. “Diretto” per modo di dire, perché in realtà dobbiamo aggirare tutto un grosso sperone roccioso nella Val Comera, raggiungere la Val Negra e risalirne il canalone finale. Il sentiero diventa subito più ripido e soprattutto con un fondo decisamente più accidentato, che fa subito una vittima: Francesca mette male un piede procurandosi una storta che la costringe a rinunciare alla cima. Ripartiamo raggiungendo un ambiente per noi un po’ inconsueto, quasi dolomitico, fatto di rocce calcaree che disegnano pinnacoli e creste aeree. Il nostro sentiero è comunque semplice e panoramico fino al canalone finale, dove la pendenza aumenta decisamente, richiedendo a volta l’uso delle mani per salire. Arriviamo così al rifugio Azzoni e da lì alla grande croce della Punta Cermenati, a quota 1875 metri. La cima è molto panoramica ma anche molto frequentata, tanto che facciamo quasi fatica a fare una foto di gruppo. Avendo già deciso che non ci saremmo fermati a mangiare in vetta, cominciamo a scendere dal versante opposto, attraverso un sentiero che punta a Monterone, diretti al passo del Giuff. Il primo tratto della pista è spoglio e sassoso, poi si infila in un bel bosco di faggi. Raggiungiamo una zona di sosta e ci fermiamo a mangiare. Enzo e Franca, dolorante al polso per una scivolata, decidono di rientrare prima, e così lasciano il gruppo. Terminato il pranzo e relativa (breve) siesta, si riparte, in lieve salita verso il passo che ci permetterà di portarci nuovamente nel versante lecchese. Chiacchierando ci abbassiamo con il tranquillo sentiero boscato, fino a raggiungere nuovamente i piani d’Erna. Nessuno decide di prendere nuovamente la funivia, così scendiamo per un tracciato che ci porta prima al rifugio Stoppani e quindi al parcheggio. Una birretta ed un panino nel giardino del bar concludono una piacevole domenica

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