ALPI MARITTIME

Programma:

 Il ritrovo è fissato per sabato 23 marzo, alle ore 5, presso piazza Bossi (stazione) a Morbegno. Dopo il viaggio in pullman per Terme di Valdieri (CN), l’arrivo è previsto per le ore 10.
In circa un’ora (350m di dislivello) raggiungeremo il Rifugio Valasco 1764 m, ex palazzina reale dei Savoia, nostro punto d’appoggio (http://www.rifugiovalasco.it/index.php?lang=it).
Nel pomeriggio breve escursione sci alpinistica nei pressi del rifugio.
La valle offre molteplici itinerari, salite singole e tour con dislivello da 1000 a 1400 m con difficoltà generalmente (BS) per escursionisti esperti.
L’itinerario più indicato per la gita di domenica 24 sarà deciso dalla guida direttamente sul posto, dopo essersi consultato con il gestore del rifugio in cui alloggeremo, Andrea, esperto sci alpinista.
Per non precluderci nemmeno itinerari con dei tratti alpinistici, come il Malinvern, oltre all’attrezzatura di sicurezza (artva, pala e sonda) e a quella da scialpinismo è obbligatorio avere con sé: rampanti, picozza, ramponi, imbrago, un cordino e un moschettone.
Rientro a Morbegno in serata.
Quota di partecipazione: 110 € a testa (caparra 20 €), comprensiva di viaggio in pullman, pernottamento al rifugio e Guida Alpina.
Iscrizione obbligatoria entro venerdì 1 marzo in sede, via mail (info@caimorbegno.org) o contattando Marco (348 9491422).
Le iscrizioni verranno chiuse al raggiungimento di un numero massimo di 30 partecipanti.
Saremo accompagnati nelle escursioni da Cristian Candiotto a.Guida Alpina.

 (RICORDA)

Ritrovo: Morbegno, ore 5 P.zza Stazione (viaggio in pullman)
Dislivello in salita: 2000 m totali
Difficoltà: BS
Attrezzatura: da scialpinismo (ARTVA, pala e sonda obbligatori) + rampanti, ramponi, imbrago, picozza cordino ed un moschettone.
Quota di partecipazione: 110 € (viaggio, rifugio, guida)
Iscrizione: obbligatoria, entro venerdì 1 marzo in sede, via mail info@caimorbegno.org oppure contattando:
Marco 348 9491422

PIZ ARPIGLIA

La gita scialpinistica al Piz Arpiglia annullata domenica scorsa 13 gennaio per le cattive condizioni meteorologiche, viene riproposta per domenica prossima 20 gennaio:

Ritrovo: Morbegno, ore 7,00 Piazza S. Antonio (mezzi propri)
Dislivello in salita: 1100 m (da 1669 a 2765)
Difficoltà: BS
Attrezzatura: da scialpinismo (ARTVA, pala e sonda obbligatori)
Iscrizione: obbligatoria, entro sabato 19 alle ore 12, via e-mail info@caimorbegno.org,
oppure contattando:
Chiara  347 0080928
Mirco 347 7675261

SKY-ALP OPEN DAY

Venerdì 14 dicembre alle ore 21,00  in sede: serata di SCIALPINISMO

– Presentazione ufficiale del corso 2019
– Attrezzatura con le ultime novità a cura di Crazy Store
– “Scialpinismo vista mare”: raccolta di filmati da svariate parti del mondo a cura di Franco e Riccardo Scotti

La serata è aperta a tutti.

 

 

MALINONE

Domenica 7 ottobre 2018
MALINONE
Un balcone sul Badile

 

L’itinerario per Malinone ha inizio a Villa di Chiavenna e precisamente dalla vecchia dogana che collega l’Italia e la Svizzera (frecce segnaletiche alla partenza).

Il percorso, sempre molto panoramico, si snoda lungo gli alpeggi della valle del Luver, proprio sul confine tra Italia e Svizzera, sull’assolato versante destro della val Bregaglia.

Il tracciato ha inizio su una mulattiera, con una serie interminabile di gradini in pietra, che tagliano alcune pendici rocciose, fino a raggiungere l’altopiano di Somasaccio.

Il sentiero riprende alle spalle dell’alpeggio e, seguendo le indicazioni, in breve raggiungiamo e oltrepassiamo la vecchia caserma della Guardia di Finanza.

Proseguendo superiamo gli alpeggi di Ragone e Preginal. Oltrepassato questo ultimo incontriamo un bivio: noi manteniamo la nostra destra (scritta Malinone un poco sbiadita) . Qui il sentiero aumenta di pendenza e dopo circa trenta minuti raggiungiamo la nostra meta.

Le baite di Malinone si adagiano su un panoramico terrazzo erboso, con una magnifica vista sul Badile, Cengalo e sul gruppo delle Sciore.

L’escursione non presenta difficoltà tecniche, se non quella di richiedere un buon allenamento fisico.

 

 

Gita al Mare

FINALE LIGURE 29-30 settembre

 

  • Traversata Varicotti Noli (gita per sabato pomeriggio)
    ” Il Sentiero del Pellegrino”
    Accesso: da Finale Ligure si procede verso levante fino al paese di Varigotti. Poco prima della galleria alla fine del paese si svolta a sinistra verso la Strada Vecchia. A questo punto si svolta subito nuovamente a sinistra sulla Strada degli Orti e si posteggia l’auto.
    Itinerario: Si prende la Strada Vecchia che sale dolcemente, percorsi circa 300 metri si imbocca il sentiero che si stacca sulla sinistra con evidenti indicazioni, segnavia X rossa. Dopo pochi minuti di percorrenza ci si imbatte in una biforcazione e con una breve deviazione sulla destra si giunge immediatamente alla Chiesa di S. Lorenzo, da cui si gode un ottimo panorama sul promontorio di punta Crena e Varigotti. Tornati al bivio si prosegue in salita sul sentiero e al bivio subito successivo seguire a destra sempre X rossa. In brevissimo si raggiunge il colorato e particolare Mausoleo dell’Australiano, opera realizzata da Giuseppe Cerisola, pittoresca figura varigottese meglio conosciuto come “Carnera”.
    Si continua sul piacevole sentiero godendo di ottimi scorci sul mare. Dopo 15′ di cammino dal “mausoleo” ci si imbatte in un bivio dove si rimane a destra in direzione di Noli. Tralasciando altre deviazioni. si cammina per altri 15′ e prendendo una traccia che si stacca sulla destra si giunge in un minuto alla Torre delle streghe, dalla quale si gode un ottimo panorama. Ripreso il cammino ci si immette sulla strada sterrata che conduce al Monte di Capo Noli. Si prosegue, ora in discesa, sulla strada sterrata tralasciando il sentiero che scende diretto a Noli che si stacca sulla sinistra (Impedirebbe di vedere la bellissima Grotta dei falsari). Percorso 1 km di largo sentiero dal monte di Capo Noli si giunge presso una deviazione segnalata che permette, tramite un ripido sentiero, di raggiungere la Grotta dei falsari.
    Si entra nella grotta attraverso una piccola apertura e trascorso un po’ di tempo ad ammirare questa meraviglia della natura si ritorna al bivio e si prosegue in discesa a destra, raggiungendo in breve la chiesa di Santa Margherita, edificio ormai danneggiato dal tempo. A questo punto si prosegue con lievi saliscendi sino a raggiungere il borgo di Noli. Il ritorno può essere effettuato o per lo stesso tragitto, oppure prendendo un autobus.
    Difficoltà: T
    Tempo di percorrenza: 2h 30′
    Dislivello 300m
    foto: da n.1 a n.8-
  • Anello sulla Strada Napoleonica, Monte Caprazoppa da Finalborgo.
    (gita per domenica)
    Itinerario: dall’antica porta di Finalborgo si attraversa il torrente Pora si svolta a sinistra sulla strada provinciale e dopo un centinaio di metri si incontra a destra l’inizio della strada napoleonica, realizzata verso la fine del 18° secolo per permettere il transito delle artiglierie della Grande Armee, in realtà il tracciato è molto più antico ricalcando un vecchio percorso medievale impostato sull’antica via romana Julia Augusta.
    Il percorso si svolge su stradine sterrate e sentieri salendo a poco a poco fra la vegetazione che ben si adatta al terreno arido e calcareo, si raggiunge la cappelletta Regina Pacis con bel panorama sulla piana di Finale e le sue spiagge; ci si avvicina ora alla linea di costa per poi prendere quota sorpassando una vecchia cava e raggiungendo un vasto pianoro.
    I panorami sulla costa sono via via più ampi e tra la macchia mediterranea si continua verso nord, siamo ora sul versante che guarda verso Borgio Verezzi e sullo sfondo ecco la sagoma dell’isola Gallinara e il promontorio di Capo Santa Croce.
    Continuando su un antico fondo selciato si arriva ad un bivio, si svolta a destra raggiungendo la Cava Vecchia uno dei pochi siti di estrazione della pietra di Verezzi coltivati in galleria.
    Proseguendo si incontrano altre vecchie cave, il lavoro in esse raggiunse il massimo sviluppo nel 20° secolo quando oltre 100 minatori lavoravano nei diversi siti estrattivi.
    Continuando sulla mulattiera selciata che sale nel bosco si raggiunge la cresta sommitale e il sagrato della chiesa di S.Martino (già chiesa benedettina dell’anno mille) e del santuario Maria Regina Mundi.
    Di qui o si ritorna a Finalborgo oppure tempo permettendo si compie una deviazione di 1 ora e si visitano le 4 vecchie borgate di Verezzi caratterizzate da costruzioni in pietra rosa e collegate da stretti carrugi.
    Le case sono una addossata all’altra da sembrare quasi una sola. La pietra è presente ovunque dalle murature delle case ai porticati, agli archi di collegamento fra gli edifici, ai muri di sostegno dei terrazzamenti degli orti, vigne e uliveti, alla pavimentazione delle mulattiere.
    Tornati al bivio di S.Martino attraverso le pinete fra le Rocce di Orera e li monte Caprazoppa si rientra a Finalborgo chiudendo l’anello dell’escursione.Difficoltà: E
    Tempo di percorrenza: 4 h
    Dislivello 400m
    foto: da n.9 a n.11
  • ARRAMPICARE A FINALE LIGUREFinale rappresenta una ricca formazione rocciosa conosciuta in tutta Europa. Si trova nell’entroterra di Finale Ligure, ha un’estensione di una decina di Km quadrati ed è divisa in più altipiani a loro volta distinti in settori.
    Rappresenta quindi un’area molto estesa che offre molteplici tipi di arrampicata, dai monotiri alle vie di più lunghezze.
    ACCESSO. Dall’autostrada A10 (Genova-Ventimiglia) è possibile uscire al casello di Feglino (per raggiungere i settori del Monte Cucco, Spaventaggi….) o a quello di Finale (Rocca di Perti, Monte Sordo….) a seconda della parete prescelta.
    Dalle vie monotiro a quelle che si sviluppano su alcune centinaia di metri, offrono difficoltà per tutti: in media le vie sono sul 5° grado, anche se, come in ogni falesia che si rispetti, le ultime aperture sono oltre il 6a. Ma l’apertura di nuove vie anche su settori “vergini” è sempre in evoluzione e su questi ultimi (come ad esempio il settore delle Tecchie, nei pressi di Pian Marino), si possono trovare tiri abbastanza facili su roccia mai unta. La roccia è quasi sempre ottima, ma spesso consumata dalle frequenti ripetizioni (soprattutto sulle vie “storiche”). Nelle vie di più tiri in genere la chiodatura è in stile classico: leggermente lunga e da integrare nelle vie classiche, anche se posizionata nei punti “giusti”. Ma le possibilità di protezione sono quasi sempre buone.

    La scelta della falesia verrà fatta sul posto in base al numero e alla capacità dei partecipanti.

GROTTA DELL’ACQUA BIANCA

           PRESENTAZIONE

La grotta dell’Acquabianca (o Ferrera) si trova nel comune di Mandello del Lario, in provincia
di Lecco, sulla sponda orientale del Lago di Como.
E’ facilmente raggiungibile in 45 minuti tramite un comodo sentiero dalla frazione di Rongio,
seguendo il sentiero per il rifugio Elisa che risale l’imponente versante occidentale della
Grigna Settentrionale.
La cavità si apre alla quota di circa 600 m ed è composta da due grandi saloni, separati tra
loro da un leggero abbassamento della volta.
La grotte è lunga 170 m e nel punto più ampio misura 40 m di larghezza; ha un’altezza media
di una trentina di metri. La ragguardevole ampiezza di questi ambienti sotterranei e la loro
agevole percorribilità fanno della “Ferrera” una risorsa naturalistica tanto spettacolare per il
visitatore, quanto ottimale per una facile discesa al suo interno attraverso la quale
avvicinarsi all’universo dell’esplorazione speleologica.
Seppure di origine naturale, nel corso dei secoli la grotta è stata modificata dall’attività
dell’Uomo, che l’ha utilizzata come miniera per l’estrazione di materiale ferroso. E’ possibile
far risalire lo sfruttamento minerario dell’Acquabianca al Medioevo, e la sua cessazione al XV
secolo D.C..
La grotta è facilmente percorribile per tutto il suo sviluppo. Durante la visita viene piazzata
temporaneamente una corda corrimano per agevolare la discesa lungo il breve tratto
scivoloso in leggera pendenza (ca. trenta metri ricoperti d’argilla) che divide i due saloni.
E’ proprio in questo tratto che è ancora chiaramente visibile – e la si percorre – la scalinata
citata da Leonardo da Vinci nel Codice Atlantico: «E i magior sassi scoperti che si truovno in
questi paesi sono le montagnie di Mandello, visine alle montagnie di Leche e di Gravidonia.
In verso Bellinzona a 30 miglia a Leco, è quelle di valle Ciavenna; ma la maggiore è quella di
Mandello, la quale à nella sua basa una busa di verso il lago, la quale va sotto 200 scalini e
qui d’gni tempo è diaccio e vento».
Nel corso della visita sotterranea si incontrano una bella cascatella, che si perde nei meandri
della terra attraverso massi di frana, una postazione frequentata da una colonia di chirotteri,
dei suggestivi crepacci rocciosi, nonché i cunicoli tortuosi che dal pavimento scendono a
profondità di 40- 50 m e dai quali veniva estratto il materiale ferroso.
La volta è ricoperta in più punti da tipi diversi di muffe che creano uno spettacolari effetto
catarifrangente quando vengono illuminate. La volta è inoltre adornata in alcuni punti da
bellissime colate di bianchissima calcite.
La visita completa all’interno della grotta dura all’incirca 2 ore, e viene effettuata in regime di
massima sicurezza grazie all’accompagnamento congiunto di una Guida Alpina e dell’esperto
speleologo locale che ne ha effettuato il rilievo. Ai visitatori sprovvisti verrà fornita tutta
l’attrezzatura necessaria per vivere questa entusiasmante esperienza (casco, imbracatura,
lampada frontale, longe).
Specificarlo in fase d’iscrizione
info@caimorbegno.org
cell. 348 9491422

 

Grotta dell’Acqua Bianca

La caverna, formata da un unico ambiente molto vasto, è dovuta a fenomeni di carsismo ed è percorsa da un ruscello che si disperde nelle fratture del basamento, ed è possibile osservare nel suo interno gli scavi, traccia della passata attività di estrazione di idrossidi di ferro.
Una guida ci accompagnerà per tutto il percorso.
Ritrovo domenica 23 settembre alle ore 8,00 in Piazza Sant’antonio a Morbegno, viaggio con mezzi propri fino alla frazione Rongio di Mandello del Lario.
Salita a piedi lungo il sentiero che porta al Rifugio Elisa per circa 45′ fino all’ingresso della grotta posto a 590m di quota.
Tempo previsto per la visita della grotta circa 2 ore.
Iscrizione obbligatoria entro lunedì 17 settembre in sede, via e-mail info@caimorbegno.org o contattando Marco 348 9491422.
Quota di partecipazione Euro 10,00.
Attrezzatura da trekking, con giacca a vento e scarponcini. Si consiglia di portarsi un cambio del vestiario, perché probabilmente in grotta ci si sporca di fango.
Obbligatorio casco,  torcia frontale e imbrago. Il gruppo speleologico mette a disposizione questo materiale a chi ne fosse sprovvisto (segnalarlo in fase d’iscrizione).

ESTATE SULLE DOLOMITI (programma)

WEEKEND 30 AGOSTO – 2 SETTEMBRE 2018

PROGRAMMA:

1° GIORNO giovedì 30/08 partenza ore 8,00 da P.zza S.Antonio a Morbegno con mezzi propri per Pozza di Fassa (TN) Strada Dolomites, arrivo previsto per le ore 13,00 e sistemazione presso l’albergo Montana (www.hotelmontana.tn.it)

Proposte per il pomeriggio:
– Passeggiata Re Laurino Pozza – Pera https://www.valdifassaholiday.com/passeggiata-re-laurino-pozza-pera/
– Passeggiata e visita al centro storico di Moena
– Escursione al Lagusèl il giro da Pozza di Fassa (Valle San Nicolò) https://www.gulliver.it/itinerario/58931/
– Escursione al Sasso 11 da Pozza di Fassa  https://www.gulliver.it/itinerario/46929/

 

2° GIORNO venerdì 31/08  gita sul Catinaccio:

– Catinaccio d’Antermoia; Sentiero e via Ferrata delle Scalette
http://www.planetmountain.com/trekking/ferrate/itinerari/scheda.php?id_itinerario=136&lang=ita&id_tipologia=35
– Escursione al Passo Principe (E)
– Torri del Vajolet, Stabeler via normale (IV° arrampicata)  http://www.vienormali.it/montagna/cima_scheda.asp?cod=858

3° GIORNO sabato 01/09 gita Passo Sella/Passo Pordoi

– Sassopiatto (giro del Sasso Piatto) dal Passo Sella (E)  https://www.gulliver.it/itinerario/11413/
– Sassopiatto e Sassolungo (giro) https://www.gulliver.it/itinerario/53753/
– Sass de Mezdì e Anter Sass da Plan de Schiavanes (EE)  https://www.gulliver.it/itinerario/64148/
– Città dei sassi al Passo Sella (falesie di arrampicata) https://www.falesia.it/it/crag/360/passo-sella-citta-dei-sassi.html

4° Giorno domenica 02/09
–  Escursione sul gruppo del Latemar https://regio.outdooractive.com/oar-val-di-fiemme/it/tour/trekking/torre-di-pisa/11194223/
– Rientro in Valtellina nel primo pomeriggio

Gli itinerari proposti possono subire delle variazioni in base alle condizioni meteo e alle volontà dei partecipanti.

Attrezzatura: da escursionismo in alta montagna, casco imbrago e kit da ferrata (per le escursioni che lo prevedono), attrezzatura  d’arrampicata per vie o falesie presenti in zona.
Ogni partecipante porti l’attrezzatura personale in base al tipo di attività che vuole e che è in grado di fare.

PIZZO EMET

ITINERARIO (da Montespluga)

Dal parcheggio (1910 m) si prosegue lungo la strada e la si segue fino al colmo della dorsale erbosa degli Andossi (2015 m), dove la sterrata svolta a sinistra per salire a una cava di pietra. Da qui si imbocca sulla destra (cartello indicatore per il Lago di Émet e il Rifugio Bertacchi) un sentiero che traversa in quota la testata della Valle dell’Acqua Grande (un tratto roccioso un po’ esposto è attrezzato con una catena metallica) e raggiunge il dosso erboso dove si trova il Rifugio Bertacchi. Prima di arrivare al rifugio però, in prossimità di una casa rosa (2170 m circa), si gira a sinistra e, perdendo leggermente quota, si raggiunge presso alcune baite il sentiero che dal Rifugio Bertacchi porta al Passo di Émet. Seguendo verso Est questo sentiero (che si tiene un po’ più alto del bellissimo Lago di Émet) si raggiunge l’ampia sella del Passo di Émet (2294 m; Pass da Niemet sulla Carta Nazionale Svizzera; ore 1,30 dalla partenza). Poco prima di arrivare al cartello indicatore del passo si incontra un bivio segnalato da una scritta su un masso (Val Sterla) e da un cartello indicatore per il Pizzo di Émet e per il Passo e la Val Sterla (attualmente, giugno 2015, il cartello giace a terra accanto al masso). Si imbocca quindi il sentiero che sale a destra (segnavia rosso-bianco-rossi e bolli gialli) e, verso Est-Sud-Est, supera un pendio erboso alla fine molto ripido uscendo su un dosso erboso (2493 m). Ci si abbassa di pochi metri, poi si comincia a salire un ampio pendio di detriti verso Sud-Sud-Est: seguendo i segnavia rosso-bianco-rossi e gli ometti, si raggiunge (dopo un tratto più ripido) la cresta Ovest (Sud-Ovest oltre i 3000 metri) del Pizzo di Émet ad un colle posto tra la quota 2844 m (ometto) a destra e un primo gruppetto di spuntoni a sinistra. Da qui, lasciati i segnavia che proseguono verso il Passo di Sterla, si inizia a salire lungo la cresta. I vari spuntoni rocciosi che la caratterizzano si aggirano pressoché tutti a destra, seguendo tracce di sentiero e ometti che aiutano a orientarsi tra cenge, canalini e brevi passi di facile arrampicata; nel tratto finale ci si tiene sul filo e si affrontano alcuni passaggi di I e II grado. In alcuni tratti la cresta è molto aerea e qualche passaggio è anche esposto. In particolare, poco prima della vetta, si incontra uno stretto intaglio: è il passaggio più impegnativo ed esposto (uno spezzone di corda può essere utile per facilitare chi è meno sicuro). Le due pareti verticali dell’intaglio sono piuttosto vicine e quella a monte è un po’ più alta (circa un metro). In salita il passaggio si supera arrampicando (II), in discesa è più facile (ma un po’ emozionante) saltare (in questo punto il filo della cresta è aereo, ma è anche formato da rocce piatte). Superato l’intaglio si procede facilmente fino alla croce della vetta (3209 m; ore 2,45 dal Passo di Émet; ore 4,15 dalla partenza).

DISCESA. Si segue esattamente l’itinerario della salita (ore 3,00 dalla cima al parcheggio presso il Lago di Montespluga).