CIMA ZEBRU’ 3119 m
Domenica 3 luglio siamo riusciti a portare a termine l’escursione prevista nel contesto del Festival delle Alpi, che non avevamo effettuato per il tempo bizzarro dello scorso giugno. Con un gruppo di quasi trenta persone partiamo dal rifugio dei Forni per prendere la direzione del rifugio Pizzini, in Val Cedec. Chiacchierando sulla comoda stradina raggiungiamo la struttura, quasi senza accorgercene. Qui prendiamo una traccia, che a volte scompare nella neve, e puntiamo verso il Passo Zebrù Nord. Davanti a noi c’è l’elegante ed imponente mole del Gran Zebrù e tutta la cornice che porta al Cevedale. Raggiunto il passo, a 3005 metri, anche se la neve è più presente di quanto avevamo ipotizzato, decidiamo di proseguire verso la cima Zebrù, che raggiungiamo senza particolari problemi. Da qui, i resti di una scala militare ci indirizzano verso il sottostante passo Sud. Man mano che proseguiamo i resti della 1° guerra mondiale si fanno sempre più evidenti: matasse di filo spinato, trincee, lattine arrugginite, suole di scarponi ci parlano della dura vita di persone di cent’anni fa, mandata a combattere su queste cime inospitali. Passiamo anche tra i resti di un piccolo villaggio militare, ora abitato solo dalle marmotte. Scendendo le rocce cominciano a lasciar posto all’erba. Mangiamo e poi incrociamo un sentierino panoramico, sopra quello che doveva essere il ciglio di una morena, che pian piano ci porta al punto di partenza. Una birra fresca conclude una bella giornata in alta valle.
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